giovedì 3 ottobre 2013

Reality @ Cinema! Italia!

Da oggi fino al 9 ottobre, si svolge la tappa Munsterana del 16esimo Festival-Tournée Cinema!Italia!, che quest'anno comprende 30 città (tra cui Berlino, Monaco, Colonia, Francoforte) e 32 sale. Si tratta di un ciclo di film d'autore italiani, proiettati in lingua originale con sottotitoli in tedesco.
I titoli della tournée 2013 sono:

BELLAS MARIPOSAS - SCHÖNE SCHMETTERLINGE
L’INTERVALLO - DIE PAUSE
REALITY - REALITY
IL ROSSO E IL BLU - ROT UND BLAU
TUTTI I SANTI GIORNI - TAGEIN TAGAUS
VIVA LA LIBERTÀ - ES LEBE DIE FREIHEIT

Io ne ho approfittato per andare a vedere il primo film in programmazione, reality, di matteo garrone, più famoso, forse, per la sua regia in gomorra. non si tratta certo di un film appena uscito nelle sale, quindi non ha senso che lo recensisca. mi concentrerei, piuttosto, sulle reazioni del pubblico teutonico in sala che ho potuto notare. sì, perché con mia grande sorpresa, la maggior parte del pubblico era composta da tedeschi. e come fai a saperlo? hai il radar crucco? no, semplicemente i miei connazionali si sgamavano subito sentendoli parlare. ancora più riconoscibili erano, tuttavia, i tedeschi, che ridevano alle battute più tardi. e questo non perché siano poco svegli, ma perché evidentemente aspettavano di leggere la fine del sottotitolo. c'è da dire anche che gran parte dei dialoghi della pellicola sono in dialetto napoletano, quindi chissà che anche gli italiani non meridionali in sala aspettassero anche loro una traduzione in una lingua comprensibile, in questo caso il tedesco! io che sono terrona e linguista, invece, capivo l'audio originale e mi deliziavo con l'analisi delle scelte traduttive dei sottotitoli.
Ma avevo detto che avrei parlato delle reazioni del pubblico: ecco, come accennato, grandi risate, ma non solo alle battute (con delay), quanto anche di fronte a certe scene tipiche - un po' esasperate- del costume meridionale: i vestiti indossati al matrimonio, i festeggiamenti dello stesso, la tendenza all'obesità, l'obesità senza ritorno, il rapporto con i figli piccoli, il rapporto di coppia. Ecco, a me non veniva da ridere così tanto per queste immagini e non perché ci sia abituata, quanto perché non ci vedevo comicità. Si trattava più che altro, per me, di un umorismo pirandelliano, quello in cui all'iniziale percezione di ilarità, subentra immediatamente la tristezza della ragione dell'ilarità stessa.
Ecco, a me il film, oltre che per la magistrale narrazione della spirale di alienazione dalla realtà in cui cade il protagonista, è piaciuto anche per questo, per questa triste ironia.


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