mercoledì 30 ottobre 2013

Top 5 tweet sui Signoriepadroni - Ottobre

Un tuffo nella quotidianità di gente altra.

NAMBAFAIV!
NAMBAFOO!

NAMBATHRII!

NAMBATUU!

NAMBAUAN!


Signoraepadrona vince per questo mese si Signoreepadrone.

venerdì 25 ottobre 2013

Mignoli alzati @Siggi Spiegelburg

"Qvesto noi andiamo inzieme!" Dice Signoraepadrona indicando un invito dai colori sfavillanti.
"Ah...Va bene." Entusiasmo dissimulato e finta espressione gnorri.
Parlava della presentazione della collezione invernale, nonché della nuova linea di bangles di Siggi Spiegelburg, direttamente nell'atelier della stilista di Münster! 
No, neanch'io conoscevo Siggi Spiegelburg prima di sbirciare sul biglietto di invito, ma dopo una breve visita al sito, mi sono subito esaltata. E ancora maggiormente è cresciuto il mio entusiasmo alla notizia che avrei potuto assistere anch'io alla presentazione della collezione!
Il primo pensiero, chettelodicoaffà, è stato rivolto alla scelta dell'outfit, che mica stiamo andando a mangiare una pizza in un posto con le tovaglie di carta! Anche se poi i giorni sono passati, l'organizzazione è mancata, e mi sono vestita alla meno peggio.
Arrivata all'atelier, ho capito che, anche a riflettere più a lungo sulla scelta dell'abbigliamento, sarei sembrata comunque la più zecca della serata. Anzitutto mi mancava l'elemento caratterizzante, il minimo comun denominatore delle partecipanti all'evento. No, non parlo di anelli accecanti, né del capello appena messo sapientemente in piega. Parlo della borsa di Prada. Una qualsiasi sarebbe andata bene, purché si addicesse almeno al colore delle scarpe. Io c'avevo quella di Stradivarius, va bene lo stesso?
In ogni caso, in barba alle vecchie babbione, ai sorrisi di ceramica, alle pelli tirate e artificialmente ambrate, io la serata me la sono goduta lo stesso! A cominciare dalla scelta dell'aperitivo offertoci dalla gentile Siggi: per me prosecco e schweppes con quattro (non una più e non una meno) bacche di mirtillo rosso che galleggiavano leggiadre, sospinte dalle bollicine. Quanta finezza, quanta eleganza!
A catturare la mia attenzione, dopo uno sguardo panoramico all'interno del piccolo ma accogliente atelier, è stata la vista di una mia vecchia conoscenza: i profumi di Des Filles à la Vanille troneggiavano tra foulard e bigiotteria con il loro packaging dai colori accesi e lo stile inconfondibile
che si sposava perfettamente con quello del luogo che li ospitava. Che orgoglio poter dire a Signoraepadrona di aver felicemente e proficuamente lavorato con l'azienda produttrice di questi profumi! A lei chiaramente è importato zero, però la Siggi mi ha guadagnato punti!
Prima dell'inizio della sfilata, ho avuto tempo di girare un po' e ho approfittato per documentare fotograficamente. Anche qui, l'unica barbona, senza borsa di Prada, senza capello fatto, che fa foto come una turista giapponese rimbecillita. Però, oh, quando mi ricapita?!




Dopo aver provato a fotografare una anziana alto-borghese signora dalla chioma canuta e le meches fucsia ed essermi fatta sgamare terribilmente, ho deciso di disattivare il flash dalla fotocamera del cellulare, dunque la maggior parte delle foto alla sfilata sono da cestinare. E' stato comunque bellissimo poter partecipare ed assistere ad un evento del genere, inoltre la collezione mi è sembrata davvero interessante, con dei capi assolutamente originali, ben accostati, alcuni davvero meravigliosi.
Ah Sì, battimi sto cinque!






mercoledì 23 ottobre 2013

Goldener Oktober

Un po' di foto di una inconsueta giornata autunnale a Münster. Con ben 23 gradi mi sono concessa anche un giro in bici senza cappotto. (ECCHISSENEFREEEEGA!)












domenica 20 ottobre 2013

La cane

Oggi con i Signoriepadroni, Arturo e Falco siamo andati a prendere LA cane nuova.
Ma partiamo dall'inizio.
Signoreepadrone è un cacciatore. Falco è il suo cane da caccia. Falco ha 13 anni. Al compimento del dodicesimo anno e mezzo di età di Falco, i Signoriepadroni hanno sentito questa impellente esigenza di procurarsi un altro cane da caccia, per sostituire il morituro Falco. I Signoriepadroni si sono affrettati a girare per allevamenti di Großen Münsterländern per scegliere il/la fortunato/a sostituto di Falco. Finché hanno trovato LA cane: Unja. I Signoriepadroni si sono accordati con l'allevatore per prendere LA cane in tempo per l'apertura della stagione di caccia, cioè circa in questo mese. Così che Signoreepadrone non rimanesse senza cane, una volta schiattato il Falco. Ma Falco non volle morire, l'infingardo.
Quindi oggi siamo andati a prendere LA cane nuova. Tutti temevamo che Falco ne avrebbe sofferto tantissimo, principalmente per la gelosia verso l'amato (Signoree)padrone, ma Falco si è dimostrato piuttosto tranquillo. Invece Arturo, il giovane e aitante Arturo, come dire, egli, al cospetto di cotanta bellezza e femminilità, l'Arturo, lui, insomma, si vuole potentemente e costantemente bombare Unja! E' intranquillizzabile e continua a strozzarsi col collare. LA cane, dal canto suo, è spaventata e spaesata, nonché costretta costantemente ad obbedire al Platz!
In tutto questo, l'ingrato compito di portarli fuori spetta a me. Ecco, portare fuori tre e dico tre cani il cui peso totale supera il mio, ma soprattutto con un ormone impazzito di non indifferente entità!

Notare la stanchezza da ormone impazzito

Un buon NON compleanno

Martedì scorso sono entrata anch'io nel secondo quarto di secolo della mia vita. 25 anni e non sentirli. Sentirne circa 65, in effetti. 
La giornata non ha avuto dei grossi highlights, anzi, nessuno, però Signoraepadrona mi ha portato un mazzo di fiori con annesso biglietto illeggibile e una promessa: "Sabato antiamo restorant!". Più che una promessa, una minaccia.
Così è stato in effetti, anche se avevo sperato fortissimo che fino a sabato si dimenticasse.
Gioiamo per la prima foto della dependance
Mi sono conciata così per l'occasione. Notare il regalo di Signoraepadrona accessoriato molto meglio di me.

I Signoriepadroni mi hanno portata a cena da Salvatore, una trattoria italiana nel centro di Münster specializzata in piatti di pesce. In quanto ggiovine turista abituata a viaggiare con budget bassissimi, ho sempre diffidato dei ristoranti italiani all'estero. Quelli con i menu esposti che presentano scritte del tipo: TALIATELLE BOLONNAISE, PASTA KARBONNAR, LASSANNHE e cose così. Anche questa volta, quindi, non nutrivo grande fiducia nelle capacità del sottovalutato Salvatore.
Oh, quanto mi sbagliavo! Salvatore mi ha sorpresa con un'insalata di polipo come antipasto (delle dimensioni di un piatto principale) che mi ha ricordato quella di mia mamma, ed è tutto un dire, e un filetto di rombo di una tenerezza e di una freschezza da fare invidia a Ciro, il pescatore-ristoratore sulla costa di Amalfi (per capirci). E poi i contorni! I contorni, oh Salvatore! Insalatina di lenticchie e poi patate saltate con rosmarino. Che uno potrebbe dire: embé, le fa pure mia nonna! Sì, ma io ero in Germania! In un ristorante italiano! Insomma, non me l'aspettavo e il tutto mi è sembrato doppiamente squisito.
Notare il baffo sospetto
Fun fact: il cameriere addetto al versamento dei liquidi (e basta) secondo me aveva i baffi solo per creare una certa atmosfera italiana. Poi ci ha detto che era rumeno. Vabbè, viaggio mio.
Ma veniamo al dolce. La gentile cameriera elenca i dessert del giorno e io sono già triste perché intuisco che siano tutti preparati con burro o latte. Chiedo conferma e mi risponde che lo zabaione con i lamponi non contiene latticini. Ma bene! Stavo già esplodendo, ma, cacchio, era pur sempre il mio stupido compleanno! 
Arriva lo zabaione. Ecco, già per l'aspetto ero innamorata. Al primo morso volevo sposarlo e al secondo stavo per piangere dalla bontà!
Insomma, tralasciando i prezzi assolutamente non abbordabili, ci tornerei anche solo per lo zabaione. Una sveltina. Ma con del sentimento!

lunedì 14 ottobre 2013

Come si scrive Tecklenburg?

Sabato i Signoriepadroni ci hanno portate in questo villaggio che ritenevano valesse assolutamente la pena di visitare. "Uno fillaccio istorico!", l'hanno chiamato. E in effetti si tratta di una cittadina in cui molto è rimasto del Medioevo, prime su tutto le Fachwerkhäuser.



Non ci siamo rimasti molto, giusto il tempo di prendere una zuppa (loro, io no, dannato lattosio!). In realtà non c'è bisogno di una grande disponibilità temporale per visitare il centro di Tecklenburg, quindi in meno di un'ora - e in tempo prima che iniziasse a piovere - siamo riusciti a vedere le Sehenswürdigkeiten (quanto significato in una semplicissima parola di diciotto lettere! ) principali.
Di seguito altre immagini.


La piazzetta principale

Provo del fascino macabro verso i cimiterini
accanto alle chiesine di paese, lo ammetto.

Weekend con vicina

I Signoriepadroni hanno avuto visite nel weekend. E le assurdità sono aumentate a dismisura, hanno fatto il botto, BOOM!
No, non è successo niente di che, ma mentre le vivevo lo pensavo.
Di seguito alcune delle suddette assurdità e qualche highlight dello scorso finesettimana. Daje de lista!

Si comprende l'enormità?
1. Per l'arrivo della vicina italiana, si fa la spesa in un immenso supermercato in cui si entra solo se muniti di tessera Richie Rich e se si arriva almeno con un BMW. Il supermercato contiene TUTTO, compresi reparto pescheria (chettelodicoaffà, Signoraepadrona si è servita lì), gastronomia, macelleria, pietre preziose. Per un mio imperdonabile e imperdonato ritardo, però, il tempo per la spesa si riduce notevolmente e mi ritrovo con Signoraepadrona che corre impazzita tra le giga-corsie, facendo sgommate sui tacchi mentre spinge il regale carrello. Giuro che ho avuto per tutto il tempo sulla faccia un sorriso ebete e contrito, perché in realtà avrei voluto sganasciarmi per l'assurdità della situazione.

E qui si comprende?









2. All'arrivo a casa della vicina, si apre una bottiglia di Prosecco, si versa nei flutes e Signoraepadrona se ne esce con: "Noi adesso facciamo Ciro di casa con bicchiere in mano". E così facemmo. Nella mia testa era partito già da un po' il ritornello di This is what you are cantata da Mario Biondi. Alla fine del giro della casa ero ubriaca e non è improbabile che abbia iniziato poi a canticchiarla, la canzone di Mario Biondi, giocherellando con il mio flute.

3. Venerdì mattina ho accompagnato la vicina nell'ufficio di Signoraepadrona. Ci attendeva l'architetto del grattacielo, nuova sede dell'azienda dei Signoriepadroni. Aveva due elmetti verdi, uno per la vicina, uno per me. Assieme anche a Signoraepadrona abbiamo visitato il cantiere quasi ultimato della costruzione. Mi sono gasata come una cretina perché ho fatto chouchotage per la vicina, che non ci stava comunque capendo una mazza in generale, ma mi sono gasata lo stesso! Oh!

4. Signoraepadrona ci ha portate in un ristorante molto in di Münster, poi ha comprato uno shampoo al costo di soli 54€, poi è entrata in un negozio di maglieria, ha fatto finta di volere un pullover di cachemire, poi mi ha chiesto come sbolognarsi la commessa perché in realtà non lo voleva il pullover!

5. Mi sono ubriacata di nuovo, stavolta brindando con una bottiglia di Moet et Chandon. Micacazzi.
Signoreepadrone ha addirittura preparato le coppe di gelato con amore e pezzetti di fragola!

6. Signoraepadrona ha sclerato di brutto mentre il povero Arrturro veniva morso ripetutamente da un altro cane molto più grosso di lui. Ora sta bene, ha solo un paio di punti sul suo morbidissimo e tenerissimo orecchio.

7. Signoriepadroni hanno ritenuto opportuno far visitare alla vicina lo stabilimento produttivo della loro azienda. Un'ora e più di stracciamento di palle, tra silos, freddo e tappi per le orecchie per il troppo rumore, il tutto tradotto in chouchotage. Meno gasamento stavolta.

8. Signoraepadrona chiama il miglior ristorante della città per prenotare un tavolo. Sono al completo. Signoraepadrona non si dà per vinta e richiama per avere un tavolo. Non sanno come aiutarla, è tutto prenotato. Signoraepadrona non demorde, richiama, si fa passare il proprietario e magicamente trovano un posto per noi a cena.

9. Alla fine della cena nel sopraccitato ristorante, dopo calici di vino, birra, ricchi piatti di carne comprensivi di contorni altrettanto squisiti, Signoreepadrone si lascia andare ad un argomento che provoca ilarità generale al tavolo. Signoreepadrone, mimando e arrangiandosi con un italiano stentato, fa della generosa ironia su...LE PUZZETTE!!!! Tutti ridono mimando la faccia a trombetta e facendo ampi gesti di braccia. Io rimango per qualche secondo a bocca aperta, poi non riesco più a contenere l'allegra incredulità e scoppio in risate al vedere le loro, di risate!
Signoreepadrone vince il titolo di maggior portatore di assurdità del weekend.

martedì 8 ottobre 2013

Un colloquio

Oggi ho fatto "un colloquio". Sì, virgolettato.
Un amico di un'amica di una cugina di un'amico conosceva questa fondazione che si occupa di progetti umanitari a livello locale e mi aveva detto che, secondo lui, potevano aver bisogno di qualcuno che li aiutasse nella gestione, per qualche mattina a settimana. Bene! Mi chiama una gentile signora dalla fondazione e fissiamo un colloquio per stamattina. Alle 11. Alle 8 ero già in piedi per decidere cosa mettermi e come truccarmi e preparavo dialoghi nella mia testa sugli argomenti più disparati: perché vorresti lavorare con noi, quali sono le tue ambizioni, quali sono le tue capacità, le tue conoscenze, che esperienze hai, la pace nel mondo, etc.
Parto alle 10.30, non si sa mai che non trovi parcheggio che si sa che poi finisce male. Arrivo e parcheggio tranquillamente (olè!) e comincio a pensare che si tratta di una bella zona, ben fornita, ma tranquilla, ampio parcheggio, appunto, e che non mi dispiacerebbe passare le mie mattinate qui. Anche la sede della fondazione è , ma molto accogliente.
"Ho un appuntamento con la signora Minchien (per comodità la chiameremo così)."
"Prego si accomodi! Può appendere la giacca lì."
"Grazie!" (pure la gruccia per il cappotto c'hanno, dicono NO alle grinze!).
Mi chiede di me, e io comincio con la pace nel mondo, che mi ero preparata bene e cosa mi piacerebbe fare nel loro ufficio.
"Ahah, no, qui in ufficio non ci serve nessuno..."
RUMORE PROLUNGATO DI VETRI INFRANTI.
"...però avrei pensato a questi progetti per lei"
Segue elenco dei progetti di volontariato proposti (non si tratta quindi di collaborazione nell'ufficio, ma di fare il volontario), che semplificheremo come segue:

1. Badare un numero imprecisato di bambini mentre le loro mamme si riuniscono per parlare dell'essere mamma e della famiglia.
2. Accompagnare anziani affetti da demenza in passeggiate.
3. Donna delle pulizie in casa di accoglienza.

Le risposte immediate nella mia testa sono state:

1. Odio i bambini.
2. Anche mia nonna ha la demenza e quando la contraddico mi schiaffa certi pugni sul braccio che manco Mike Tyson.
3. Ottimo per migliorare il tedesco! Un po' come gli altri due d'altronde.

Sia chiaro, fare il volontario non è il male, potrei dedicarmi ad una di queste attività, dato che ho molto tempo libero e probabilmente lo farò. Però qui c'è un grande qui-pro-quo! Va bene l'ehrenamtlich, ma io pensavo di fare la segretaria o comunque di lavorare in un ufficio! E non perché ho i mignoli alzati e mi fa schifo fare la volontaria, ma perché lo scopo ultimo era quello di praticare un po' la lingua e soprattutto gettare un po' le basi per un futuro professionale.
Ma, ancora più importante, TUTTE LE PIPPE CHE MI ERO FATTA PER IL COLLOQUIO???? Utilità zero.

giovedì 3 ottobre 2013

Reality @ Cinema! Italia!

Da oggi fino al 9 ottobre, si svolge la tappa Munsterana del 16esimo Festival-Tournée Cinema!Italia!, che quest'anno comprende 30 città (tra cui Berlino, Monaco, Colonia, Francoforte) e 32 sale. Si tratta di un ciclo di film d'autore italiani, proiettati in lingua originale con sottotitoli in tedesco.
I titoli della tournée 2013 sono:

BELLAS MARIPOSAS - SCHÖNE SCHMETTERLINGE
L’INTERVALLO - DIE PAUSE
REALITY - REALITY
IL ROSSO E IL BLU - ROT UND BLAU
TUTTI I SANTI GIORNI - TAGEIN TAGAUS
VIVA LA LIBERTÀ - ES LEBE DIE FREIHEIT

Io ne ho approfittato per andare a vedere il primo film in programmazione, reality, di matteo garrone, più famoso, forse, per la sua regia in gomorra. non si tratta certo di un film appena uscito nelle sale, quindi non ha senso che lo recensisca. mi concentrerei, piuttosto, sulle reazioni del pubblico teutonico in sala che ho potuto notare. sì, perché con mia grande sorpresa, la maggior parte del pubblico era composta da tedeschi. e come fai a saperlo? hai il radar crucco? no, semplicemente i miei connazionali si sgamavano subito sentendoli parlare. ancora più riconoscibili erano, tuttavia, i tedeschi, che ridevano alle battute più tardi. e questo non perché siano poco svegli, ma perché evidentemente aspettavano di leggere la fine del sottotitolo. c'è da dire anche che gran parte dei dialoghi della pellicola sono in dialetto napoletano, quindi chissà che anche gli italiani non meridionali in sala aspettassero anche loro una traduzione in una lingua comprensibile, in questo caso il tedesco! io che sono terrona e linguista, invece, capivo l'audio originale e mi deliziavo con l'analisi delle scelte traduttive dei sottotitoli.
Ma avevo detto che avrei parlato delle reazioni del pubblico: ecco, come accennato, grandi risate, ma non solo alle battute (con delay), quanto anche di fronte a certe scene tipiche - un po' esasperate- del costume meridionale: i vestiti indossati al matrimonio, i festeggiamenti dello stesso, la tendenza all'obesità, l'obesità senza ritorno, il rapporto con i figli piccoli, il rapporto di coppia. Ecco, a me non veniva da ridere così tanto per queste immagini e non perché ci sia abituata, quanto perché non ci vedevo comicità. Si trattava più che altro, per me, di un umorismo pirandelliano, quello in cui all'iniziale percezione di ilarità, subentra immediatamente la tristezza della ragione dell'ilarità stessa.
Ecco, a me il film, oltre che per la magistrale narrazione della spirale di alienazione dalla realtà in cui cade il protagonista, è piaciuto anche per questo, per questa triste ironia.


mercoledì 2 ottobre 2013

Bedankt, Deventer!

"Noi andare a Deventa, tu venire?"
"Dove?"
"In Olanda. Noi azienda, tu visitare città!"
"Uhm...ok!"
Così comincia la storia della prima volta in cui sono andata in Olanda.
I Signoriepadroni, per impegni lavorativi, devono passare una giornata in un'azienda di quella che scopro chiamarsi Deventer, cittadina olandese poco distante dal confine tedesco. Il programma prevede che io visiti la città mentre loro sono a lavoro. Ben volentieri!
Anche se il giorno prima della partenza vengo scoraggiata, sentendomi dire che non è una città che vale la pena visitare, decido di portarmi un libro da leggere in caso di noia mortale, ma di tentare comunque la fortuna e andare con loro. La ragione principale è proprio il fatto che non sono mai stata in Olanda.
Ebbene, sorvoliamo sul viaggio in macchina, di cui dirò soltanto che il sedile era massaggiante. No, non ergonomico o con quei pallini di finto legno plebei. Massaggiante! Con le vibrazioni massaggianti nei punti giusti (della schiena)!
Arrivati in azienda faccio la conoscenza di tutti questi watussi neerlandesi, biondissimi e gentilissimi. Oltre a scoprire che Deventer ha l'accento sulla prima sillaba, apprendo che quasi tutti in Olanda parlano tedesco e noto che tutti lo fanno con dei cucciolosissimi sch-sound al posto degli s-sound *.* Teneri!
Poco dopo mi portano in centro, che inizio a visitare con un compagno insolito: U. l'autista dei Signoriepadroni. Subito rimaniamo affascinati dalle piccole vie un po' scoscese, sulle quali si affacciano casette di mattoncini rossicci e dalle finestre capiamo che la gente ha voluto approfittare dell'abolizione della tassa sulle tende che vigeva nei Paesi Bassi.



Ciò che colpisce di più sono, però, i negozietti, dove trovi dai libri a 1 euro, candele, stoffe, vestiti, vinili, scarpe...



La prima tappa è stata quella dettata dalla fame però e come non prendere il piatto tipico? Pommes per me e U.! Senz'altro hanno un sapore tutto olandese che le distingue da qualsiasi altra patatina fritta. A meno che.
Il giorno prima della partenza, come una vera viaggiatrice che si rispetti, ho cercato informazioni sulla città, sulle cose da non perdere (anche dopo essere stata scoraggiata dall'andare) e avevo trovato che il simbolo della città è la Waage, la bilancia, in tedesco. Ebbene, cerca che ti ricerca sta De Waag, in olandese, viene fuori che si trova nello stesso posto in cui avevo preso la cartina della città. Ci torniamo, per capire finalmente che De Waag in neerlandese non è uguale a die Waage in tedesco. Almeno non letteralmente. Ecco, De Waag era l'edificio principale del commercio, dove le merci venivano pesate. Ora ospita il museo della città.


Nel resto del pomeriggio ho vagato a caso, mia attività prediletta e mi sono ritrovata in un negozio che espone e vende, oltre a vinili usati,  le opere di uno scultore-tessile francese di ottantatré anni col cognome italiano. La proprietaria del negozio è stata così gentile da mostrarmi le opere e raccontarmi dell'autore. Ora chiaramente non mi ricordo né il nome del negozio, né quello dell'autore, shame on me!
Poi sono salita fino alla Bergkirche, imponente e maestosa da fuori, piuttosto spoglia da dentro.



Insomma, bilancio positivo per un'uscita che non si prospettava allettante. Bedankt, Deventer!