lunedì 16 dicembre 2013

La cena dei cacciatori

Una settimana di cene, insomma.
Anzitutto vorrei specificare che io alla cena dei cacciatori non ci volevo andare. Proprio no. Solo che si poneva sempre la delicata questione del chi beve e chi guida e quindi.........
Inoltre, col senno di poi, mi dico che ne è valsa la pena, ma solo per una piccola cosuccia che è successa. Arrivati alla villa che ospita il ristorante Steverburg a Nottuln,
guidava Signoraepadrona e doveva parcheggiare. Non trova parcheggio, allora è costretta a fare marcia indietro. Ma non ha sbrinato il lunotto posteriore, si lamenta di non vedere niente, ma ingrana comunque la retro a tutta velocità e
SBABAM!
Si schianta. Si schianta contro una macchina parcheggiata al mega ristorante di lusso. Si schianta contro una Jaguar! Una Ja-gu-arrrr!!!! Impossibile descrivere la gioia provata al pensiero di non essere stata io!



Qualche bestemmia dopo, entriamo nel ristorante (per la cui eleganza Signoraepadrona mi aveva anche costretto a cambiare outfit!), dove incontriamo gli altri commensali, tutti cacciatori, tutti uomini, tutti vestiti da Taddeo dei Looney Tunes (non avevo idea si chiamasse così, l'ho appena cercato).

Se non vi va di leggere i dettagli, la serata può essere benissimo riassunta così (credo a causa del regime coyrightistico tedesco, non riesco ad incorporare il video, né ne trovo uno decente).



Di seguito la versione dettagliata (CHEPPALLE|). Si comincia con la prima portata, che tra le altre cose, prevede anche caviale, e cominciano i brindisi. Brindano i padroni di casa, ovvero coloro che hanno messo a disposizione il territorio di caccia (Signoreepadrone), brinda il neo-nominato re dei cacciatori, che è un duca, sembra il fratello di Lapo Elkann con un'unica mega meche platino sulla parte superiore della testa e ha tre castelli, e il suo vice, brinda il manutentore del territorio di caccia e brindano degli anziani random. Alla fine di ogni brindisi parte un triplice urlo con risposta corale ed una canzone, un inno alla caccia, il cui testo, però, non ho capito.
Quanto cameratismo! Quanta virilità ostentata (male)!

Vabbè, a me sono capitati due interlocutori uno peggio dell'altro, chettelodicoaffà.
Il primo, un signore abbastanza simpatico, con la battuta pronta, mi chiede di me e cosa ci faccio lì. Poi esce presumibilmente a fumare, torna e mi rifà le stesse identiche domande, come fosse la prima volta che mi vede. L'Alzheimer che mancava.
Il secondo, un giovinotto con la barbetta incolta, l'occhialetto, un po' di gibbosi e la mano sudaticcia, era un po' emozionato di parlare con un essere di sesso femminile, si vedeva. Peccato che, anche se avessi voluto intavolare un dialogo sui massimi sistemi con lui, e non ne avevo alcuna intenzione, non capissi un accidenti di niente di ciò che mi diceva nella sua timidezza, perché parlava solo dialetto, un dialetto a me incomprensibile.
Ma non posso giurare che se avesse parlato tedesco avrei capito, eh!

Nessun commento:

Posta un commento