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Lo spettacolo, tuttavia, è stato per me totalmente lontano da ciò che definisco normale, al contrario, molto originale, avanguardista e coinvolgente.
Il coinvolgimento, in particolare, è alla base della realizzazione di Ich e l'autrice ha cercato di ottenerlo a cominciare dalla disposizione del pubblico all'interno della scena piuttosto che in una posizione più lontana e distaccata. Un ruolo importante per il coinvolgimento e l'immersione dello spettatore è giocato dalle luci, led blu e rossi disposti in linea retta attorno al perimetro del palco, e dai due musicisti polistrumentisti, quasi coprotagonisti e certamente altrettanto bravi. Non per niente, il sottotitolo dello spettacolo recita: Sinergia di suono e corpi.
Ma quale storia vuole raccontare Ich?
Più che di una storia, si tratta della messa in scena di un viaggio introspettivo nell'io, dalla spavalderia giovanile, alla solitudine della maturità, al finale equilibrio tra persona e personaggio, tra faccia e maschera.
Questa dicotomia si riflette nel numero dei protagonisti di questo viaggio: l'io e la sua coscienza. Il primo interpretato da un eccellente allievo della coreografa Claudine Merkel, la seconda, insuperabile ballerina del teatro dell'opera di Münster. I loro personaggi e i loro corpi si sono fusi, incontrati e scontrati più armoniosamente che mai, accompagnati da suoni tanto primordiali quanto raffinati.
Davvero uno spettacolo che lascia senza fiato.
Ogni tanto ti invidio, lo sai
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